COLF E BADANTI: NOVITA’ (E VANTAGGI) PER CHI PRESTA ASSISTENZA E PER CHI LA RICEVE
Scritto il 06 Settembre 2021
Anno caldo per il mondo colf e badanti; dopo la crisi pandemica è stata decisamente maggiore l’attenzione verso questo settore spesso caratterizzato da precarietà e scarsità di tutele. E le novità non riguardano solo le colf e badanti, ma anche le persone non autosufficienti con bisogno di assistenza.
Si sa, nel mondo del lavoro ci sono settori dove la precarietà e la scarsità di tutele è sempre più elevata rispetto alla media nazionale; uno di questi settori, senza ombra di dubbio, è quello di carattere assistenziale che riguarda il mondo di colf e badanti (guarda caso, uno dei settori più afflitti dal fenomeno del lavoro in nero).
Le cose però, seppur lentamente (ma come si dice sempre: il poco è meglio del niente) cominciano a cambiare, ed ecco che questo 2021 ha portato una serie di novità, che riguardano:
- colf/badanti, le quali possono accedere a determinate forme di sussidio/sostegno economico in caso di contatto col Covid-19 (fattore che, come è ovvio, pregiudicherebbe lo svolgimento di attività lavorativa e dunque influirebbe negativamente sul reddito)
- anche i “datori di lavoro” (leggi: le persone che hanno bisogno di assistenza, e dunque assumono un lavoratore o una lavoratrice come colf/badante).
In cosa consistono le maggiori tutele per colf e badanti?
Sono ad oggi in vigore delle prestazioni a favore di tutti i lavoratori domestici, introdotte per consentire ai suddetti lavoratori di fronteggiare gli effetti della pandemia in corso, e che sono attualmente prorogate al 31 ottobre 2021.
Nel dettaglio, la Cassacolf ha stanziato ben 7 milioni di Euro con i quali vengono finanziate:
- Le indennità una tantum richiedibili dai lavoratori colpiti da covid-19, per il quale si sia reso necessario il ricovero ospedaliero (nell’importo fisso di 1.000,00 Euro)
- Un’indennità diaria di 30,00 Euro, per ogni giorno in cui il lavoratore è costretto alla quarantena per positività, fino a un massimo di 10 giorni (e dunque, massimo 300,00 Euro); si tratta di una misura importantissima, di fondamentale rilevanza, per una semplice ragione: il lavoratore domestico non ha diritto alla malattia come la generalità dei lavoratori dipendenti, ma risulta infatti scoperto economicamente dopo il 15esimo giorno di calendario di malattia (insomma: la malattia retribuita c’è solo fino al 15esimo giorno, compreso).
In cosa consistono, invece, i vantaggi aggiuntivi per i datori di lavoro domestico?
Si tratta di nuove tutele, con una serie di requisiti (che, a onor del vero, riconosciamo essere effettivamente molto stringenti), e che sono stati finanziati grazie all’aumento dei contributi da versare a Cassacolf a partire dal primo gennaio di quest’anno. In particolare, stiamo parlando di:
- un’indennità fissa di 300,00 Euro al mese, per un massimo di 12 mesi, corrisposto al datore di lavoro domestico che diventa non-autosufficiente, per coprire almeno parzialmente i costi di del/della badante. Attenzione però, perché per poterne aver diritto bisogna soddisfare tutti i seguenti requisiti:
- avere la regolarità contributiva (sia nei confronti di INPS che di Cassacolf)
- l’iscrizione a Cassacolf deve essere avvenuta quando il beneficiario aveva meno di 67 anni, ed era ancora autosufficiente. Ciò significa che chi oggi ha già compiuto 67 anni e non è mai stato iscritto a Cassacolf, anche se diventa non autosufficiente, non può avere diritto a questo contributo;
- devono esser stati versati i contributi a Cassacolf, con continuità, nei quattro trimestri precedenti (quindi io posso anche aver avuto diverse colf nei 12 mesi precedenti; l’importante è che non vi siano “buchi contributivi” nei quali non si sia versato nulla).
- un contributo sempre dell’importo di 300,00, questa volta però una tantum, che può essere richiesto dal datore di lavoro che si ritrova con la propria attuale badante in maternità. Il contributo ha lo scopo di coprire, almeno parzialmente, le spese per la sostituzione temporanea della badante in gravidanza.
Insomma, sono (piccoli) passi avanti, ma come dicevamo poco sopra poco è meglio di niente, ed è sicuramente apprezzabile questa nuova rotta. Il cammino è ancora lungo: il lavoro è sinonimo di dignità (economica e sociale), e in questo settore c’è ancora moltissimo da fare.
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