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CONGEDO DI PATERNITA’: COME FUNZIONA?

Scritto il 24 Gennaio 2022

Il Congedo di Paternità è un periodo di astensione che deve essere rispettato da ogni lavoratore dipendente che sia appena diventato papà. Come funziona? Chi lo paga? E quanto? Vi si può rinunciare?

L’argomento “parità dei sessi” è una questione sempre più dilagante (come è giusto che sia). Ma una cosa è parlarne… un'altra è agire!

Nel mondo del lavoro la “parità” è qualcosa di ancora molto lontana; non solo per quanto riguarda il grande e imbarazzante gap retributivo che esiste tra uomo e donna, ma anche per tanti altri aspetti inerenti la carriera ed il rapporto di lavoro. E tra questi non fa certo eccezione il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro in seguito alla nascita di una figlia o di un figlio.

Il congedo di maternità è qualcosa che ormai conosciamo bene, ma lo stesso non si può dire per il congedo di paternità, istituto che esiste da nemmeno tanto tempo nel nostro Paese.

E allora andiamo a scoprire come devono comportarsi e cosa devono sapere i neo-papà.

 

CONGEDO DI PATERNITA’: PERCHE’ ESISTE?

La ratio del congedo di paternità è molto semplice: consentire al neo-papà di trascorrere del tempo col proprio figlio nei suoi primi giorni di vita e in generale con la famiglia unita, in un momento di indubbia gioia, senza dover utilizzare le proprie ore di ferie.

Ma vi è di più: lo strumento dovrebbe servire a garantire una migliore suddivisione dei compiti familiari tra madre e padre, anche se… è assai difficile dire se questa missione sia riuscita o meno (a parere di chi scrive: no, per niente, c’è ancora tanto da fare). Infatti il congedo di paternità dura solo 10 giorni, contro i 5 mesi di astensione obbligatoria cui è tenuta a rispettare la madre, e questo ha forti conseguenze in tema di equilibri familiari ma anche di opportunità di carriera.

 

COME DEVONO ESSER GODUTI I 10 GIORNI DI CONGEDO? SONO OBBLIGATORI O FACOLTATIVI?

Il congedo di Paternità è obbligatorio (il padre non può decidere di rinunciarvi), e deve essere goduto entro 5 mesi dalla nascita del bambino, tenendo conto di questi fattori:

  • non esiste un obbligo di “fruizione continuativa”; ad esempio, il padre lavoratore può decidere di fare i 10 giorni tutti di fila subito dopo la nascita, come può decidere di fare due giorni a settimana, oppure tutti i 10 giorni al terzo mese…. Insomma, massima libertà di scelta, purché i 10 giorni vegano tutti goduti entro i 5 mesi;
  • esiste invece un “divieto di frazionamento a ore”. Pertanto non sarà mai possibile sentir parlare di “mezza giornata di congedo di paternità”. O si fa il giorno intero, o non si fa.
  • Vi è la possibilità che il congedo sia di 11 giorni, anziché di 10. Questo 11esimo giorno è però facoltativo, e spetta alla sola condizione che la madre rinunci ad un giorno di maternità all’interno dei propri 5 mesi di astensione obbligatoria.

 

CHI (E QUANTO) PAGA?

Per i giorni di congedo di paternità il lavoratore è coperto da un’indennità giornaliera a carico dell’INPS (il datore di lavoro anticipa i soldi in busta paga, poi li recupera dall’INPS) pari al 100% della retribuzione media globale giornaliera

 

DA UN PUNTO DI VISTA PRATICO, COSA DEVE FARE IL LAVORATORE PER FRUIRNE?

Anche se il congedo di paternità è un dovere-obbligo, il lavoratore è tenuto ad avvisare il datore di lavoro dei giorni scelti per la fruzione del congedo.

In particolare il lavoratore ha l’obbligo di comunicare al proprio datore di lavoro i giorni prescelti, in forma scritta e con almeno 15 giorni di preavviso.

 

E SE IL NEO-PAPÀ VOLESSE FRUIRE DI UN PERIODO PIÙ LUNGO PER TRASCORRERE DEL TEMPO CON LA PROPRIA FAMIGLIA, PROPRIO A SEGUITO DELLA NASCITA DI UN FIGLIO?

Avrebbe la possibilità di farlo! Tuttavia parleremmo non più di “congedo di paternità”, bensì di “congedo parentale”, con altre regole e una diversa copertura retributiva.

Volete saperne di più? Ne parliamo in uno dei nostri prossimi articoli!

 

 

 

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