SCENE DA UN MATRIMONIO (TRA LA FORMAZIONE PER IL MANAGEMENT E IL CINEMA): LA POLITICA RETRIBUTIVA, PREMIATA DA..."AMERICANI"
Scritto il 11 Maggio 2021
Con questo articolo riapriamo le sale cinematografiche e continuiamo a mettere in relazione i grandi temi del Management e del Lavoro, attraverso la Settima Arte: il Cinema appunto, what else? Oggi vogliamo parlare di Politica Retributiva, argomento spesso sotto la luce dei proiettori negli uffici dei Datori di Lavoro e degli Uffici HR.
La politica retributiva è, molto probabilmente, il processo più complesso ed in continuo mutamento di tutta la politica HR e dei suoi infiniti processi di gestione e sviluppo.
Con politica retributiva su questo set cinematografico oggi vogliamo intendere tutte le tipologie incentivi (premi?!) espliciti o impliciti finalizzati tendenzialmente in qualche modo a indirizzare e promuovere specifici comportamenti organizzativi dei collaboratori, influenzandone in modo diretto e indiretto il loro processo motivazionale e disincentivandone altri.
Ma iniziamo alla grande, erogando un premio all’attore principale, vale a dire retribuire funzionalmente ed efficacemente NOI STESSI: non bisogna MAI dimenticare infatti che è impossibile avere un qualunque interesse per gli altri se prima non pensiamo a noi, soprattutto se abbiamo un ruolo da protagonista in azienda (Amministratore delegato, Team Manager, Capo, Leader, Capo Reparto, Titolare…).
Ok, ma cosa fare in pratica? Dipende. Ognuno deve trovare la modalità per premiarsi che gli si confà maggiormente, qualunque cosa funzioni va bene, importante è dargli la priorità QUASI SEMPRE, segnare sull’agenda le cose da fare per noi stessi proprio come verrebbe annotato un meeting importante: dormire un certo numero di ore, fare sport, viaggiare, andare al cinema, leggere un romanzo, andare in palestra, stare in famiglia, insomma integrare virtuosamente lavoro e vita privata, senza se e senza ma.
Ritornando nelle organizzazioni dobbiamo sottolineare come la politica retributiva sia intimamente correlata al processo di valutazione delle perfomances lavorative; in generale la valutazione del Personale ha l’obiettivo in primis di riconoscere il valore della prestazione, ma senza dimenticare il sale delle Organizzazioni (generalmente ispirato e messo a terra, insomma portato, dagli Uffici HR): stiamo parlando della motivazione…un esempio di come motivare?
Pensiamo ad Al Pacino in Ogni maledetta domenica, giusto per (ri)aprire la Sala Cinematografica…
Quando si parla di politica retributiva non si può non inserire nella sceneggiatura la parola (attrarre il) talento, valutazione del potenziale, piano/traiettoria di carriera: ebbene sì, bisogna riconoscerli i potenziali presenti in azienda e valorizzarli, non devono essere sfocati e non devono essere lasciati andare facilmente, essere insomma UN DATORE DI LAVORO PREFERENZIALE (a dirla tutta i prossimi mesi/anni post crisi pandemia saranno molto probabilmente caratterizzati da un mercato del lavoro sempre più ultra-dinamico e competitivo, dove le imprese proveranno a “rubarsi” i dipendenti migliori!).
Ed ora un alert, prima di iniziare la visione del film, poiché quando la Politica Retributiva non è ben impostata e strutturata si rischia di finire in un “Cul de Sac”, in un film dell’orrore: gli effetti collaterali di una pessima politica incentivante, la guerra dei Roses nel reparto vendita, un esempio di premialità da default la inquadriamo proprio nel film “Americani” del 1992, con la regia di James Foley, ecco la trama!
Una piccola agenzia immobiliare di Chicago si trova di fronte a un calo delle vendite dovuto in parte alla demotivazione e stanchezza dei venditori ed in parte al fatto che la clientela si è fatta più attenta. Per risolvere il problema la Direzione aziendale mette in gara tra loro gli agenti, promettendo dei premi a chi otterrà il maggior volume di vendite e minacciando il licenziamento per chi non riuscirà a raggiungere un minimo di risultati. Da quel momento i quattro venditori cessano di essere colleghi e diventano “concorrenti” in una gara cinica e spietata in cui conta solo sopravvivere per raggiungere l’obiettivo.
I premi? Una Cadillac Eldorado, un servizio di coltelli da bistecca, dei fringe benefit insomma! 😊
Insomma, il messaggio è: la Direzione aziendale, ispirata da illuminati UFFICI HR, dovrà stare attenta, molto attenta, nella progettazione della Politica retributiva e del sistema premiante.
Nelle politiche retributive più moderne, oltre al sistema premiante in senso stretto, vanno ricompresi riconoscimenti formali come lo sviluppo, la formazione e la crescita delle Persone, tutte le prassi e azioni decise dal Management per avere un sistema (virtuoso) di delega, per avere un buonissimo engagement e quindi in generale un buon clima organizzativo nel quale si svolgono le azioni quotidiane: parliamo della mitica TOTAL REWARD.
Per concludere occorre sottolineare come il sistema di retribuzione (si torna alla parte più “tangibile” della politica retributiva), seguendo le esperienze gestionali più recenti inevitabilmente connesse all’aumento della competitività e all’esigenza di incentivazione dei collaboratori, comprenda sempre più spesso la componente fissa, quella variabile di breve termine, quella variabile di medio lungo termine e i fringe benefit/WELFARE aziendale/contrattuale.
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