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Trova il tuo perchè - chapter 1

Scritto il 21 Gennaio 2020

“Le persone che amano il proprio lavoro sono più produttive e più creative: non conta che cosa fate, ma PERCHE’ lo fate” (Simon Sinek)

Simon Sinek è uno degli oratori più apprezzati a livello internazionale sul tema della leadership. I suoi studi ed i suoi insegnamenti cercano di spiegare perché alcune persone (leader) ed alcune organizzazioni (siano esse piccole o grandi, pubbliche o private) sono più innovative, autorevoli, longeve e profittevoli di altre. Il suo obiettivo, dunque, è capire cosa determina il loro successo.

Sinek si è dato come mission quella di riuscire ad ispirare le persone ad intraprendere attività professionali che siano in linea con i propri sogni, desideri e valori. Per farlo invita tutti a partire proprio dal PERCHE’. 

Secondo Sinek il denominatore comune alla base del successo è la capacità di queste persone e di queste organizzazioni di agire partendo da un ideale profondo, un “perché” che sta sempre alla base di quello che fanno e che riescono anche a comunicare chiaramente agli altri (collaboratori, clienti, colleghi, amici, parenti, etc.) così da ottenere anche il giusto e necessario supporto.

Volendo sintetizzare possiamo dire, parafrasando Simon Sinek: TUTTI SANNO COSA FANNO, ALCUNI SANNO COME LO FANNO, POCHI SANNO PERCHE’ LO FANNO.

Per ispirare gli altri (Clienti, Collaboratori per esempio) non basta spiegare infatti quello che facciamo, occorre rendere chiaro il MOTIVO per cui lo facciamo: trovare il PERCHE’ delle nostre azioni è il mantra che ha reso Sinek uno dei motivatori più quotati al mondo.

I Leader e le organizzazioni che sono animate da un PERCHE’ o da un ideale profondo, e che sanno comunicarlo, hanno una marcia in più: sono più innovativi e più capaci di costruire business redditizi, sostenibili, duraturi nel tempo, e hanno collaboratori e clienti più fedeli…

Il libro di Simon Sinek (“Partire dal Perché”) però è un libro apparentemente indirizzato a manager ed aziende: può essere molto utile per tutti se non ci lasciamo depistare dal linguaggio aziendale.

In effetti bisogna considerare che trovare il “perché”, trovare la propria motivazione, nella vita e nel lavoro, sia uno dei percorsi più difficili, affascinanti ed utili per tutte le persone, indipendentemente dall’obiettivo di diventare o meno un leader, dal tipo di lavoro che si fa, dal sistema economico in cui si opera.

Trovare il proprio “perché” è una sfida per tutti e può fare davvero la differenza tra noi e gli altri qualunque sia il nostro lavoro.

Ognuno di noi, se riesce a trovare il suo personale “perché” da cui partire, se riesce a capire quello su cui davvero può puntare per fare la differenza, per esaltare la propria personalità, interessi, capacità, desideri, può avere un lavoro ed una vita più soddisfacenti.

Non occorre essere un leader, un manager, un imprenditore. Occorre porsi l’obiettivo di fare un lavoro che abbia dentro un nostro ideale, i nostri valori, quello in cui crediamo profondamente e che ci fa venire voglia di fare qualcosa che sia utile, che abbia un valore per noi stessi e per gli altri, che ci faccia sentire motivati e realizzati. Ognuno di noi ce l'ha: occorre trovarlo, occorre partire dal PERCHE’.

Facciamo un piccolo esempio per capire la differenza tra il “cosa” ed il “perché”, partendo da una situazione molto distante da quelle lavorative: come ti senti se il tuo compagno/a ti dice che “ti ama” (quindi ti dice “cosa fa”) o se, invece, ti dice “perché ti ama”? Probabilmente il perché ti aiuta a capire meglio cosa lui/lei apprezza di te e ti sentirai unica, più riconosciuta, apprezzata, proverai una sensazione di maggiore benessere e tranquillità, avrai più fiducia rispetto al suo amore per te.

Scrive Sinek: “Non è difficile disegnare un percorso per raggiungere un obiettivo, ma stabilire un percorso per raggiungere una sensazione sfuggente come quella che si prova quando ci si sente pienamente realizzati è molto più complicato. Nel mio gergo, si raggiungono dei risultati quando si sa che cosa si vuole, lo si persegue e lo si ottiene. Ci si sente realizzati quando si sa con chiarezza perché lo si vuole”.

Ancora una volta, è molto facile dire “cosa” facciamo, è molto più difficile dire “perché” lo facciamo. E se il nostro “perché” è debole, se non ne siamo intimamente convinti il rischio che corriamo è di depotenziare enormemente quello che facciamo e di non trovare altri che possano “credere” in noi perché, in fondo, siamo noi i primi a non crederci.

Sempre dal conio di Sinek: “Un perché non nasce guardando avanti, verso l’obiettivo che si intende raggiungere, e cercando di escogitare una strategia adatta per arrivarci. Non trae origine dalle ricerche di mercato. Non è frutto di interviste a tappeto con i consumatori, né tanto meno con i dipendenti. Nasce guardando nella direzione completamente opposta. Trovare il perché è un processo di scoperta, non di invenzione…. Il perché di ogni individuo e di ogni organizzazione proviene sempre dal passato... E’ figlio del percorso di crescita e delle esperienze di una persona o di un piccolo gruppo di persone”.

Domandiamoci quello che ci piaceva fare di più sin da piccoli. Quali sono i valori, gli ideali che ci fanno stare bene. Ricordiamoci quello che ci ha fatto rimanere svegli fino a tardi pur di riuscire ad ottenerlo o completarlo.

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